L’altro giorno mi sono recato presso un cliente per collaudare un modulo software che doveva comunicare con un vecchio dispositivo, molto particolare. Avevo scritto tutto in precedenza, senza la possibilità di testare nulla, lavorando sulla scarsa documentazione e sulle specifiche raccattate in rete. Sul posto, un imprevisto. Mi rendo conto che il dispositivo non può essere collegato a un PC ‘moderno’ ma bisogna usarne uno con una versione del sistema operativo vecchia di decenni (Windows XP, lo ricordi?). Se hai avuto esperienze con la compatibilità verso piattaforme obsolete, potrai capire il dramma e la sfida impossibile in cui stavo per infilarmi.
Ma niente paura. Improvviso al volo un downgrade del mio codice, compilo, e a chiappe estremamente serrate lo faccio girare sul PC del cliente.
Funziona Tutto Al Primo Colpo.
Fortuna? Forse. Oppure in effetti sono un Cazzutissimo Mago del Codice.
Non appena mi si è sgonfiato il petto mi sono reso conto che questa piccola, breve ma soddisfacente vittoria non poteva, purtroppo, essere condivisa. Non più di tanto, perlomeno. Chi poteva rendersi conto della difficoltà e della sfida? A malapena qualche mio collega. E le altre persone? Cosa potevo spiegare? Capiranno? No, non capiranno. Così mi sono arreso alla realtà di non poter raccontare più di tanto sia di questo che di altri piccoli successi, che andranno persi come lacrime nella pioggia.
E poi? Poi sono partito per la tangente, ed ho pensato a chissà quante persone si trovano tra le mani altre piccole incomprensibili vittorie che non potranno mai essere condivise. Piccoli successi che finiranno nel dimenticatoio. Piccole storie non rivelabili. Che rimarranno piccole e sconosciute solo perché nessuno le potrà capire ma che sono lì, innumerevoli, splendenti. E se guardi bene, forse potrai distinguerle. Dietro un lampo nello sguardo della cassiera del supermercato; nell’esclamazione inaspettata del netturbino; in un sorriso davanti a una vetrina. Una moltitudine di lacrime nella pioggia, di storie non raccontate, che travolge e ti fa sentire insignificante ma legato a un’umanità che va avanti, giorno dopo giorno.
E questo, oh, cambiando solo poche righe di codice.
(Foto di Spencer Davis da Pexels)
Purtroppo molte persone non sanno quanto posso essere difficili certe cose. Io ho un pò di ultra e conoscenza per quanto riguarda i computer e mi rendo conto in parte che quello che hai fatto effettivamente non era per nulla semplice.
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Grazie Butcher. (anch’io vorrei avere un po’ di ultra, ma ancora niente) 🙂
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… e vallo a dire a un avvocato civilista. Se vinci la causa, “per forza, avevo ragione!”, se perdi però il cialtrone che ha sbagliato sei tu. “Dovevo parlarci io con il giudice, allora sì che capiva”, “su Forum hanno detto che…” e via così.
Allora impari presto che le tue piccole vittorie, i torti raddrizzati, gli sgambetti evitati dai colleghi, la finezza con cui hai convinto il giudice che hai ragione, la maggiore finezza con cui hai corretto un suo errore senza che lui si offendesse perché gli l’hai fatto notare, ecco, tutte queste cose te le tieni strette in petto e non ne fai parola, per avere un minimo di spinta ad andare avanti, per convincerti che no, non è un lavoro di merda, offre anche molte soddisfazioni.
E chi vuoi prendere in giro.
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Ciao Penny. Già, non ne fai parola. Non è così per ogni professione, o quasi?
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Pensavo che finissi il post dicendo: “…che rimarranno piccole e sconosciute solo perché nessuno le potrà capire ma che sono lì, innumerevoli, splendenti. E se guardi bene… sul sito dell’INPS potrai finalmente chiedere un bonus che somma tutte le tue piccole, invisibili vittorie e riscuotere poi il tuo cospicuo tanto desiderato assegno”.
E invece no. Non si può. Come progettista grafico, le storture che ho rimesso a posto per le aziende sono innumerevoli. Ma appunto visibili solo a me e a chi fa il mio mestiere. Bene come me, tra l’altro 🙂
Vabbé, oh. Sarà per la prossima vita.
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Ciao Luigi. No, purtroppo per le piccole vittorie invisibili temo che non ci sia una voce in assegno. Dobbiamo accontentarci di quel microsecondo di soddisfazione.
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