Podcast o non podcast?

C’è stato un periodo in cui macinavo parecchi chilometri al giorno per andare e tornare al lavoro. In automobile. Da solo.

In quel periodo sono diventato grande ascoltatore di podcast. Forse non fanatico, ma sicuramente un ascoltatore assiduo e regolare. La cosa bella del podcast, rispetto alla stazione radio scelta a caso, è che mi piaceva poter avere la scelta di quando e cosa ascoltare e, potendo scegliere argomenti di interesse, mi sembrava anche che il tempo trascorso alla guida fosse meno sprecato.

Tanta soddisfazione mi hanno dato, a quei tempi, Scientificast e Fantascientificast (quest’ultimo seguito fin dal primissimo episodio), ma anche Digitalia, quella cosa pazzesca di Night Vale, molti episodi di GeekCookies e il migliore di tutti, il compianto Tecnica Arcana.

Insomma, una bella forma di comunicazione, alla portata di tutti. Forse non facilmente accessibile come una stazione radio ma di sicuro molto più gratificante.

Tanto che mi sono chiesto più volte se, nel mio contrarre ed espandere ambienti e piattaforme di comunicazione, il podcast poteva essere una delle possibili strade da percorrere.

Sempre sul pezzo, mi è corso in aiuto Mikael Compo (ancora grazie!) a mia insaputa podcaster di decennale esperienza, con una bella serie di informazioni dettagliate e competenti che mi hanno aperto la strada a qualche ricerca e considerazione.

Ma… cosa dire?

Ipotizziamo che voglia davvero tentare la strada del podcast. Cosa dovrei raccontarvi? Se su Twitter posso sparare idiozie, se sul blog posso ciarlare un po’ di tutto in tutta libertà, se su Instagram posso far foto alle cose più banali che mi capitano sotto il naso, su un podcast di cosa posso parlare? Di fantascienza? Di film o serie TV? Ce ne sono già tanti che trattano questi argomenti, sicuramente con più cognizione di causa e professionalità del sottoscritto. Potrei raccontare i grandi temi della fantascienza. O i cartoni animati dei ragazzini di oggi. O le storie di Binazzo. Potrei anche parlare dei cavoli miei, ma in questo caso la domanda razionale da pormi è: “chi vorrebbe scaricare un podcast che parla dei cavoli miei?”

Ummm.

Ma… come dirlo?

Oltre al cosa, c’è sempre da stabilire un come. Dovessi parlare dei fatti miei, che faccio? Una cosa preparata a scaletta, da studio? Musica di sottofondo? Effetti speciali? Mi sembra veramente troppo impegnativo, considerato che mi scontro ogni giorno con una cronica mancanza di tempo a disposizione. Forse per i miei ritmi andrebbe bene una cosa volante, improvvisata, raccontata in macchina durante la guida (escluderei naturalmente le imprecazioni). Certo che una registrazione di questo tipo escluderebbe argomenti più ‘strutturati’ come le ‘cose della fantascienza’ oppure le ‘Storie di Binazzo’

Ma… è un impegno costoso?

Forse non lo è per tutti, correggimi se sbaglio, ma l’impressione che mi sono fatto è che la registrazione e pubblicazione di podcast sia un impegno decisamente più gravoso rispetto alla gestione di un blog. Al di là del costo economico (volendo quindi usare servizi, software e media gratuiti, spendendo al massimo qualcosa per il microfono), il vero scoglio risulterebbe sempre il costo in ore di lavoro. Pianificazione, registrazione, editing, pubblicazione, promozione. Tante fasi che si sommano e che porterebbero ogni singolo episodio a trasformarsi in un vero e proprio calvario.

Ma… quante persone posso raggiungere?

Anche senza essere troppo ambiziosi, alla fine un grande punto interrogativo risulta proprio questo: chi lo ascolterebbe?

Intendiamoci, nessuno pretende di fare numeri da big, o di sbancare le piattaforme. Può anche essere un momento buono per il podcast, ma mi rendo conto che l’impegno richiesto avrebbe poco senso di fronte a una manciata di ascoltatori.

E, diciamocelo, per come sto lavorando non mi aspetto niente di più di una manciata di ascoltatori.

Ma quindi?

Quindi niente. Dopo attenta e scrupolosa analisi, direi che del podcast non se ne fa nulla. Credo che non scontenterò nessuno. E comunque continuerò ad essere un (oggi saltuario) ascoltatore e grande estimatore.

E… beh.. proprio nessuna novità?

Ne parliamo più avanti.

(oh, la foto arriva da PublicDomainPictures)

6 risposte a "Podcast o non podcast?"

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  1. Un po’ come gli audiobook dei miei romanzi. Mi sono detto spesso: lo faccio o non lo faccio? Ovviamente non penso lo farò mai. Lì c’è anche una bella spesa economica, tantissimo tempo, ma proprio tanto tanto e i risultati non arriverebbero senza una intensissima promozione. A valle del fatto che l’audiobook per i romanzi non lo trovo il massimo. Io, personalmente, ne ho ascoltato qualcuno, ma mi distraggo. Certo il podcast è altra storia. È più breve,m a tira via comunque un impegno molto molto vivo. Poche decine di minuti possono venire fuori dopo giorni di regsitrazione/montaggio/editing. Un impegno di cui forse non è il caso di sobbarcarsi, però non lo so. Se uno se la sente lo fa. Prova, casomai. Sono il meno adatto a parlare di certe cose.

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  2. Io come al solito sono attratto da tutto ciò che è classificabile come presenza sui diversi social media. Poi come al solito mi ci butto e dopo un po’ di tempo che può essere variabile mi rendo conto di non avere il tempo e la voglia per portarli avanti e sopraggiunge il tracollo. Il podcast mi stuzzica da diverso tempo anche più del video su Youtube o Twitch. Il problema che vedo è inventarsi un format vincente o quanto meno se non ti piace la parola direi vagamente ascoltabile e interessante. Da appassionato di audio e musica ti posso dire che il costo di ingresso per fare podcast è relativamente basso. Oggi un microfono decente usb costa un 50 euro mentre i software come audacity sono gratuiti e più che sufficienti per realizzare un file multitraccia. Detto ciò capisco in pieno la tua decisione. Io chissà se ci riuscirò :-). Bye.

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    1. Hai ragione, il costo di ingresso è relativamente basso.

      E in effetti quello che faccio di solito quando ‘intravedo’ un nuovo canale social /barra/ forma di espressione è buttarmici sopra e sperimentare per decidere solo in seguito se ne è valsa la pena e se quello che ho tirato fuori ha i numeri per essere portato avanti.

      Stavolta ho voluto fare diversamente, anche a causa del poco tempo a disposizione, ragionandoci sopra prima.

      Magari ho sbagliato, chi lo sa…

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