Snowpiercer

La fantascienza, secondo me, ha bisogno di stare lontana da Hollywood sempre più spesso. Non ho niente contro il tempo passato di fronte a esplosioni, eroi di cartone e lieti fini ma ogni tanto c’è bisogno di qualcosa di più intrigante che può venire solo da un punto di vista diverso.

Questa produzione coreana, ad esempio, ha tirato fuori un film che mi è piaciuto davvero tanto.

Snowpiercer racconta la storia di un futuro post apocalittico in cui l’umanità, per risolvere il problema del riscaldamento globale, riempie l’atmosfera di un gas refrigerante che funziona fin troppo bene, ghiacciando l’interno pianeta.

Ma bravi. Gli umani, sempre i soliti.

Gli unici sopravvissuti viaggiano a bordo di un treno dotato di un motore perpetuo. La popolazione del treno è separata in vere e proprie caste. I ricchi (dotati di tutte le comodità) nei vagoni anteriori. I poveri (mantenuti in condizioni disperate) in quelli di coda. La metafora è quasi banale.

Ed ecco che i poveri, esaurita la capacità di sopportare un trattamento inumano, insorgono e iniziano a muoversi verso la locomotiva, dove vive il creatore stesso del treno. Di vagone in vagone, ostacolo per ostacolo, i personaggi riveleranno alcuni segreti e, in generale, ci lasceranno la pellaccia. Fino al finale che, per quanto non sbalorditivo, sta bene al suo posto e non lascia insoddisfatto.

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“Be a shoe”

Per quel che capisco, Snowpiercer è girato e sceneggiato bene. Pensando alla trama, alla potenziale ripetitività di una ambientazione all’interno di un treno, si potrebbe pensare al rischio di cadere in situazioni sempre uguali e noiose. Non è così, invece, e la vicenda riesce sempre a proporre qualcosa di nuovo sia dal punto di vista della situazione che degli scenari.

Ci sono scene che si ricordano facilmente anche dopo mesi dalla visione, c’è il meme ‘be a shoe’, forse visto troppo poco in Rete (peccato).

Ci sono soprattutto gli attori che fanno un ottimo lavoro. Dal protagonista ai comprimari, sono tutti molto bravi. Se dico Ed Harris, John Hurt, Tilda Swinton (soprattutto la sua parte è imperdibile) sicuramente non c’è da stupirsi, ma che anche Chris Evans riesca a proporre una bella recitazione mi sembra degno di nota.

In definitiva non ho trovato scene da buttare, non ho avuto momenti di noia, sono contento di aver visto questo film anche dopo qualche mese. E, a dirla tutta, lo rivedrei ancora.

In definitiva, tempo speso bene.

 

14 risposte a "Snowpiercer"

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  1. Su Netflix è previsto, l’ho aggiunto alla lista. Non so se è il film o la serie di cui si diceva. Bisogna cercarlo e compare grigio senza immagini o informazioni. Di solito questo succede quando è prevista l’aggiunta di qui a 6 mesi o 1 anno.

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    1. Visto. È marcato come ‘serie’ e anche come ‘Netflix original’ quindi direi che si tratta della serie di prossima uscita. Mi fa un po’ paura, il film era una storia che si chiudeva abbastanza bene, però voglio dargli una possibilità.

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        1. È tutto aggiornato in continuazione. Oppure hanno letto il mio articolo e hanno deciso di sbrigarsi ad aggiungere i contenuti, viste le decine di migliaia di utenti che saranno disperatamente interessati al prodotto 😉

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      1. È vero, ma più spingi sul surrealismo, più è difficile prendere la cosa sul serio. Quello che mi ha fatto colare a picco il coinvolgimento è stata, probabilmente, la scena dello scontro con le guardie armate di asce.
        Per il finale mi riferisco in particolare all’incontro con Wilford, che ho trovato deludente. Dell’ultima scena, a quel punto, non m’importava granché…

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