I fratellastri Wirt e Greg vagano in una foresta misteriosa, all’apparenza infinita, piena di luoghi e creature bizzarre. Il loro primo incontro è con un taglialegna che li mette in guardia da una creatura malefica, la Bestia, che li braccherà fino al termine dell’avventura. Nel corso della storia incapperanno in personaggi strani, stravaganti, che pur apparendo minacciosi a prima vista spesso si rivelano creature positive. Li accompagnano una rana e un uccellino blu, Beatrice.
Avevo già anticipato tempo fa che avrei voluto raccontare qualcosa delle serie animate più belle che ho potuto vedere insieme ai miei figli. Talvolta assisto a sfoghi di ultra quarantenni che, con stanco spirito nostalgico, compatiscono le nuove generazioni cresciute senza Heidi, Goldrake, Capitan Harlock e soci. In realtà, senza nulla togliere al valore delle vecchie serie, oggi esistono opere di animazione che sono di gran lunga superiori a quello che guardavamo da ragazzini. Tecnicamente e, soprattutto, artisticamente, esistono serie animate che raccontano storie scritte talmente bene da riuscire a raggiungere sia il pubblico dei ragazzini che quello degli adulti.
Torniamo a Over The Garden Wall. Si tratta di una mini-mini serie composta da un corto (che fa sia da pilota che da proof of concept) e da dieci episodi di un quarto d’ora circa. La sere è prodotta e distribuita da Cartoon Network ed è creata da Patrick McHale, un artista piuttosto completo (scrive, disegna, realizza le animazioni) che ha lavorato in precedenza a Flapjack ma soprattutto, insieme a Pendleton Ward, alla serie Adventure Time. La serie è presente in questi giorni anche su Netflix, dove ho potuto vederla in italiano.
Over The Garden Wall è diventata una serie dopo che il corto pilota ha vinto diversi premi. La storia è auto conclusiva, e comincia in medias res (*) per poi svelare l’antefatto nel corso degli episodi. L’ambientazione è una sorta di dark fantasy, una favola dai toni cupi che mescola le fiabe dei fratelli Grimm allo smarrimento dell’Alice di Lewis Carrol.
Over The Garden Wall è una storia che non spiega, in modo esplicito, quasi nulla. Molti elementi non sono ciò che sembrano a prima vista, come ad esempio la collocazione storica, confusa dai costumi dei protagonisti. Ogni dettaglio va dedotto più che ricevuto passivamente, eppure ogni tassello trova il suo posto. Lo fa bene, lo fa in modo delicato, compiacendo lo spettatore ogni volta che assimila un nuovo elemento della storia.
E i bambini?
Pur essendo Over The Garden Wall una serie che a mio parere guarda più a un pubblico adulto, anche i ragazzini possono apprezzare la storia e i personaggi. I più grandicelli si riconosceranno nei dubbi, nelle debolezze e nella crescita di Wirt, mentre i più piccoli apprezzeranno le stranezze e l’ingenuità di Greg. Agli adulti piacerà un po’ tutto, senza dubbio, dalla delicatezza dei toni e delle battute al finale più ‘forte’ ma comunque positivo.
Aggiungo una nota sulla versione italiana che vede, come al solito, un paio di personaggi famosi che non sono doppiatori ma che dovrebbero (credo, boh) fare da richiamo per il pubblico. Se Cristina d’Avena è brava nell’interpretare Beatrice, a mio parere è meglio che Sio, che qui doppia sia Wirt che Greg, si dedichi ai fumetti. Per quanto mi sia simpatico, bisogna ammettere che il risultato è scarso.
In ogni caso, e lo scrivo in grassetto, si tratta di tempo speso bene.
(*) ehi, non vedevo l’ora di usare questa espressione in un post.
Wow, non lo conoscevo, mi hai incuriosito un sacco 🙂 e così avrò qualcosa da consigliare ai cuginetti, grazie!
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Te lo consiglio davvero. Per i più piccoli è un po’ ‘creepy’ ma si mantiene positivo.
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In italiano è uscito anche un fumetto, ma costicchiava…
Comunque, nel 2016 (mi pare) hanno trasmesso i primi episodi in chiaro e mi è sembrato un cartone promettente. Non ho nemmeno trovato strano il doppiaggio di Sio, i personaggi sono così stralunati! E comunque, doppia meglio di Elio in altri cartoni, a proposito di non-doppiatori 😛
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In effetti rispetto ai tragici doppiaggi di Elio (o di Geppi Cucciari), quello di Sio è tutto sommato passabile. 🙂
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